Le prove colore sono usate nel settore grafico per “anticipare” al cliente il risultato cromatico e di posizione del prodotto che verrà stampato.
Le prove colore vengono realizzate con varie tecnologie abbinate a software e strumentazione, principalmente spettrofotometri.
Le varie prove colore vengono inoltre suddivise in due categorie fondamentali: prove contrattuali e prove non contrattuali.
1 – Prove contrattuali.
Le prove contrattuali sono le vere prove colore che vincolano il cliente e l’azienda di stampa al risultato finale rispetto ai valori tonali e cromatici da ottenere.
Risultano quindi una parte molto importante dell’offerta approvata dal cliente, come la quantità del prodotto finito, il prezzo, le tempistiche, le modalità di consegna…
Le prove colore sono spesso inserite all’interno di un capitolato tecnico legato ad una fornitura.
L’approvazione della prova colore da parte del cliente viene siglata da una firma (idealmente meglio aggiungere una data ed un timbro del cliente).
Le prove colore, una volta approvate, vengono consegnate allo stampatore come riferimento.
Devono essere copiabili in macchina da stampa con il procedimento di stampa adottato, essere controllabili attraverso l’esame e la misurazione di scale di controllo ed eseguite secondo le norme tecniche di riferimento o le indicazioni dello stampatore.
La prova colore rappresenta la completezza degli elementi tipici di un lavoro grafico (testi, immagini, fondini, loghi…).
1.1 – Prova colore certificata.
Si tratta di una prova di stampa generata da un plotter digitale che riproduce un profilo generico.
Il plotter ha un rip interno che riceve informazioni dal file grafico preparato al computer e lo trasforma nel profilo Fogra prescelto indipendentemente dalle informazioni contenute nel file stesso.
Perché si chiama “certificata”
La prova viene sottoposta a un controllo strumentale che valuta lo scostamento dei valori tonali riprodotti rispetto a quelli standard stabiliti per il profilo Fogra prescelto.
1.2 – Prove di caduta macchina (cianografiche).
Sono considerate prove contrattuali anche le prove di posizione e contenuto chiamate spesso cianografiche (in riferimento al vecchio procedimento usato per ottenerle).
Le cianografiche si utilizzano per verificare testi, immagini e grafismi in genere per quanto concerne correttezza, completezza, posizionamento, dimensioni, sequenza, tagli, abbondanze, così come la caduta macchina, ma non sono un riferimento cromatico.
L’approvazione di questa prova viene siglata da una firma (idealmente meglio aggiungere una data ed un timbro del cliente).
2 – Prove non contrattuali (bozze).
Sono chiamate erroneamente prove colore, simulano la cromia e la tonalità del prodotto stampato, ma non hanno l’obiettivo della simulazione del risultato finale. Spesso sono realizzate con attrezzature e materiali inadatti a realizzare una vera prova colore.
Non sono generalmente realizzate secondo specifiche norme e tolleranze delle lavorazioni grafiche.
Queste prove non contrattuali non garantiscono la copiabilità in macchina da parte dello stampatore.
Per questi motivo sono una fonte continua di incomprensioni, malumori e contestazioni.
Le prove non contrattuali non garantiscono la corretta disposizione per posizione e contenuto.
Le prove non contrattuali includono le prove di concetto (concept proof), utilizzate per presentare l’ìdea o poter confrontare tra loro soluzioni e progetti diversi.
Possiamo inoltre aggiungere i bozzetti cartacei preliminari, files digitali (pdf ad esempio) specialmente se privi di profili.