La contabilità analitica determina i costi, i ricavi ed i risultati economici di particolari oggetti individuati all’interno dell’azienda, tipicamente i prodotti intesi sia come beni che come servizi. Altri oggetti di determinazione dei costi possono essere altre entità utili alle esigenze informative dell’azienda, quali i centri di costo, i canali distributivi, le commesse ecc.
La contabilità analitica assume spesso una varietà di denominazioni legate alle differenze culturali o storiche: “contabilità industriale”, in quanto storicamente le prime ad utilizzare l’analisi dei costi sono state le aree tecnico-produttive delle aziende industriali impegnate nella trasformazione di materie prime in prodotti finiti; oppure “contabilità dei costi” dove tradizionalmente si mette l’accento sui costi e sul fatto che la contabilità analitica dovrà analizzare e scomporre i risultati della contabilità generale, talvolta utilizzando anch’essa la partita doppia come metodo di rilevazione.
In generale possiamo affermare che l’analisi dei costi, come preferiremo denominarla, include ogni calcolo dei costi, ricavi e di altri particolari risultati economici, sia esso preventivo o consuntivo, rilevato contabilmente in maniera extra-contabile (come è oggi la prassi più consolidata).
La analisi dei costi occupa un ruolo di primo piano all’interno dei sistemi di controllo di gestione, sistemi che consentono alla direzione di monitorare il raggiungimento degli obiettivi di gestione e che possono avvalersi di diversi strumenti: la contabilità generale ed il bilancio di esercizio; la contabilità analitica; il budget; varie rilevazioni extra-contabili; l’analisi degli scostamenti. All’interno di questi sistemi la contabilità analitica permetterà:
- di costruire, attraverso il calcolo dei costi preventivi, il budget economico (cioè in sostanza il conto economico preventivo)
- di imputare, attraverso il calcolo dei costi consuntivi, costi e ricavi rilevati dal bilancio di esercizio a particolari oggetti, quali i centri di costo o i prodotti
Spesso, specialmente nel caso delle piccole aziende, si può rimanere spaventati dalla complessità delle rilevazioni e degli adempimenti necessari a implementare una contabilità analitica a costi preventivi come verrebbe richiesto dalla esigenza di decidere, programmare e preparare il budget economico, esigenze che ovviamente si basano su una visione prospettica orientata al futuro; tuttavia deve essere ricordato che anche una più “semplice” contabilità analitica a costi consuntivi mantiene una sua piena utilità quale strumento di decisione e di proiezione al futuro. Questo soprattutto perchè, in presenza di difficoltà organizzative interne all’azienda che impediscono una rilevazione aggiornata dei costi, anche la disponibilità di informazioni contabili “storiche” rappresentano un punto di partenza per impostare una gestione programmata, nell’ipotesi semplificativa che comunque il futuro dell’azienda non si discosterà clamorosamente dal suo passato.
In realtà, sul piano del controllo di gestione le carenze delle piccole e medie imprese italiane sono così grandi che anche la semplice analisi consuntiva dei dati della contabilità generale ai fini della gestione è comunque un grande passo avanti rispetto alla totale mancanza di consapevolezza nel controllo delle decisioni e della programmazione. Naturalmente spetterà all’analista una interpretazione adeguata dei dati consuntivi ed un eventuale loro adeguamento per tener conto di importanti fattori che potrebbero intervenire nella gestione futura.