Claudio, vuoi presentarti ai nostri lettori e spiegare in cosa consiste la tua attività?
Il mio interesse nonché la passione per la fotografia risale a circa quarant’anni fa… Ero bambino quando mi incantavo a guardare le “scatole magiche” esposte nella vetrina del fotografo nel paese dove vivevo. Inseguendo quel sogno, la curiosità e l’interesse si sono trasformati in professione, e da venticinque anni realizzo fotografie in ambito industriale.
Cosa significa essere fotografo industriale?
Il fotografo industriale, al pari di un qualsiasi fotografo, usa la luce per fissare un momento o una situazione, ma con la specificità di occuparsi di oggetti del mondo industriale. In ambito fotografico l’aggettivo industriale risulta però essere riduttivo di quello che è la veicolazione dei prodotti in questione; oltre all’immagine realizzata significa essere parte di un processo complesso per rappresentare un bene di produzione industriale nella sua forma ma all’interno di una rappresentazione che stimoli dei bisogni attraverso l’oggetto stesso.
Come è cambiata negli anni la fotografia industriale?
Sono cambiati sicuramente i mezzi: il passaggio dall’analogico al digitale ha velocizzato la resa fotografica ma ha anche creato nuove figure professionali legate al momento della post-produzione. Quello che non è cambiato è il ruolo del fotografo capace di ricercare sempre una visione emozionale e significativa dell’oggetto in questione.
L’evoluzione dei media cosa ha cambiato nelle vostre produzioni?
Con l’affermarsi dei nuovi media si è verificata un’accellerazione dello sviluppo dell’immagine e un cambio della modalità comunicativa: ora tutti posso accedere a strumenti fotografici di qualità, ma questo non significa che chiunque sia in grado di realizzare delle immagini corrette o comunicative. Sicuramente la nuova velocità tecnologica ha introdotto nuovi mezzi di rappresentazione dell’immagine,dal render alla fotografia virtuale, alla fotografia a 360°.
Raccontaci del nuovo prodotto: la fotografia a 360°.
Consiste nel poter esplorare un oggetto nella sua spazialità, attraverso l’azione filmica data dalla somma di più fotogrammi. Quello che ne risulterà sarà una modalità di rappresentazione di tipo tecnico che permette di valorizzare l’oggetto nelle sue componenti.