Quando qualcuno (finalmente) proclamò: investire in tecnologia non è una strategia!
Si è concluso a Milano il consueto incontro internazionale organizzato da Xerox Corporation, evento di rilievo di management e business development per l’industria grafica.
Cosa ci si porta a casa dopo tre giorni di simile full immersion, ovvero cosa abbiamo capito noi di tutto quanto discusso?
Voglio dire, sorvolando sul raro comfort dello Sheraton Malpensa, sulla cena di gala all’interno del Museo della Scienza e della Tecnologia, del Premio per le migliori applicazioni di stampa digitale, dopo simili amenità, cosa raccontare agli stampatori?
Principalmente due fatti.
Primo: continua l’ascesa della tecnologia inkjet, grazie alla quale si conferma che un buon cliente si può conquistare e soddisfare anche con un singolo foglio. Volumi e margini vengono in relazione a numero di clienti conquistati e loro grado di soddisfazione, non alla quantità di fogli che le macchine sono in grado di stampare in un’ora di funzionamento.
Secondo: gestire la stampa e tutti i processi di business connessi è divenuto importante quanto la stampa stessa. Vale a dire gestione della produzione, del colore, delle finiture, ma anche automazione, gestione dei dati e della stampa a dato variabile e via fino alla gestione del cliente col quale condividere il lavoro online.
Dopo la discussione su strategie possibili di crescita – nota bene, la crescita è possibile – sulla roadmap di tecnologia e servizio e innumerevoli casi di stampatori di ogni provenienza e dimensione, egregiamente condotti da Katie Ledger, ci si rende conto che lo scambio, il confronto e perfino la condivisione dell’esperienza tra addetti ai lavori è una chiave comunicativa determinante di questi tempi, che richiedono un elemento o un evento catalizzatore per ottenere risultati sorprendenti in un sistema produttivo tradizionalmente ‘taciturno’.
Helene Blanchette – Innovations & Business Trnsformations Manager Fuji Xerox – dà notevoli indicazioni su “Come aiutare il business della stampa digitale”, mentre Marian Stefani – Flyte Associates Director – offre consigli su come implementare e vendere il crossmediale. Altri argomenti che tornano spesso negli interventi, per trend e possibilità di sviluppo, riguardano book, web e tecnologia mobile, oltre al promettente mercato del prodotto fotografico, come mi conferma a cena un brillante Bruno Corbino, creatore di Photocity.it, il maggiore portale tematico online. Paul Reilly di New Direction Partners affronta un tema tanto spinoso quanto interessante: “Fusioni e Acquisizioni”, ovvero se-cosa-come-quando acquisire o farsi acquisire nel mercato della grafica industriale. Discussione di alto valore strategico utilissimo ai nostrani piccoli e medi imprenditori, che mi hanno lasciato invece unico italiano presente in sala tra inglesi, olandesi, tedeschi e americani.
Ma è Barbara Pellow, Infotrends Group Director, a raccogliere l’applauso più lungo con “Sfide e opportunità del mercato della stampa”, in cui snocciola i dati frutto dell’ultima ricerca sul mercato globale, tra i quali il valore di stampa del mercato retail a 24 miliardi di dollari nel 2017 – con il colore a +3,6% e il bianco e nero a -8,6% – o l’uso dei barcode nella tecnologia mobile, che negli ultimi 2 anni è cresciuto solo del 3%, ma ha quasi raddoppiato il livello d’interazione dei consumer.
Conclusione
Se aveste assistito all’intervento di Guy Browning su “Come allacciare nuovi rapporti”, forse non avreste oggi le competenze per arricchire il vostro CRM, ma conservereste il ricordo del più spassoso, creativo, irriverente e improbabile workshop di comunicazione mai visto.
La conclusione, quella che comunque non è scontato trarre, è stranamente simile a quella già codificata dal guru storico del marketing globale: se fra 5 anni la tua azienda starà facendo lo stesso business, nello stesso modo e con le stesse difficoltà, è probabile che stia per fallire.